CICLOTURISMO: UN VOLANO CARDINE DEL TURISMO ITALIANO

E’ quanto emerge dal Rapporto Isnart-Unioncamere e Legambiente.
Sono 20,5 i milioni di pernottamenti di cicloturisti italiani nel 2019, con la possibilità di raggiungere i 26 milioni nel post pandemia.
La spesa media del cicloturista è di 75 euro pro capite.

Il cicloturismo rappresenta ormai uno dei volani per sostenere la ripresa del turismo post-pandemia nel Belpaese. La bicicletta come veicolo per fruire delle bellezze dei nostri territori, all’insegna di due parole che sono diventate ormai dei veri e propri “mantra”: ambiente e sostenibilità.

Il turismo in bici infatti ha in sé i caratteri distintivi della “Low Touch Economy” e della Vacanza Attiva, vale a dire: sicurezza, salute, distanziamento, corto raggio. Negli ultimi anni si è verificata una notevolissima crescita di chi decide di vivere le vacanze pedalando nel nostro Paese. Gli ultimi dati disponibili sono quelli del 2019 e sono contenuti nel 2° rapporto sul Cicloturismo in Italia realizzato da Isnart-Unioncamere e Legambiente. I numeri parlano di un potenziale enorme pari a 25,9 milioni di presenze.

L’uso della bicicletta fa risparmiare ogni anno 1,5 tonnellate di CO2

Dal punto di vista fisico le due ruote favoriscono l’allenamento e la capacità di sviluppare versatilità ed adattabilità in contesti di qualsiasi tipo, soprattutto per un turismo di prossimità. Inoltre, l’avvento sempre più massivo delle bici a pedalata assistita sta allontanando dall’immaginario collettivo il binomio bici=fatica.

I numeri evidenziati nel rapporto restituiscono l’immagine di un fenomeno uscito ampiamente dalla condizione di nicchia e che determina un impatto economico rilevante e dalle enormi potenzialità di crescita.

Nello Stivale, nel 2019, sono state vendute 1,7 milioni di biciclette (tre al minuto praticamente), e quasi due milioni di compatrioti fanno uso dei pedali come mezzo di trasporto giornaliero.
Con un abbattimento di circa 1,5 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 ogni anno.

Nel 2019, il cicloturismo – fra turisti stranieri ed italiani – ha generato quasi 55 milioni di pernottamenti, corrispondenti al 6,1% del totale, generando una spesa complessiva di 4,7 miliardi di euro, di cui 3 miliardi generati dalla componente internazionale dei turisti.

La spesa media giornaliera pro capite del cicloturista si attesta intorno ai 75 euro.

I cicloturisti italiani prediligono il corto-raggio

I dati segnalano che il cicloturista italico predilige il corto raggio: si muove per lo più nell’area di residenza e in quelle limitrofe. Più nello specifico, viene evidenziato come i turisti sui pedali in Emilia-Romagna e Lombardia prediligano destinazioni di prossimità, mentre i toscani e i veneti si spingano anche nel Mezzogiorno, verso Calabria e Sicilia.

Per quanto riguarda i turisti internazionali: tedeschi ed austriaci si concentrano in Trentino, i cugini d’oltralpe si dirigono più o meno equamente tra Lombardia, Trentino e Sardegna (che è anche il 3° mercato di riferimento per gli inglesi).

I tour operator specializzati nel settore della Vacanza Attiva indicano come il pacchetto medio sia di 7 notti, per un valore di circa 900 euro, e può essere a base fissa o itinerante. Gli stessi operatori sottolineano quello a cui abbiamo accennato sopra, ovvero l’effetto trainante che le e-bike hanno avuto sul comparto.

Del cicloturismo va valutata anche l’importanza “relativa” rispetto all’insieme del comparto economico locale. Infatti, il suo peso sulla domanda turistica complessiva italiana è in media il 6%, mentre nelle regioni a più alta vocazione cicloturistica l’incidenza è notevolmente più forte, vale a dire 15-20%.

Trentino super star con 3.256 chilometri di percorsi cicloturistici

Il Trentino-Alto Adige è la regione che di gran lunga rappresenta la nostra punta di diamante per capacità attrattiva nel turismo in bici. Infatti da sola intercetta la fetta più consistente: il 30% del totale dell’intero flusso.

Il Trentino ha 16 milioni di pernottamenti cicloturistici (15% del movimento turistico globale), con 73 euro di spesa giornaliera pro-capite. Vale a dire 1,1 miliardi di euro di spesa cicloturistica complessiva ogni anno.
Visto che la Regione ha ben 3.256 chilometri di percorsi cicloturistici, l’impatto economico generato dal cicloturismo è di circa 338 mila euro per ogni chilometro di ciclabile.

Se si applicassero questi fattori spesa/chilometri su scala nazionale – in Italia ci sono oltre 58 mila chilometri di itinerari cicloturistici (ciclabili, ciclopedonali, ciclovie…) – l’impatto del cicloturismo potrebbe raggiungere volumi di oltre cinque volte quelli registrati ad oggi.

Il Trentino, insieme a Lombardia ed Emilia-Romagna, raccoglie quasi il 70% del movimento cicloturistico totale. Si difendono bene anche alcune regioni del Sud: Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna, che hanno capacità attrattive che prescindono anche dalla disponibilità di piste ciclabili attrezzate e servizi accessori.

Ovviamente di grande importanza per lo sviluppo dell’offerta cicloturistica dei territori, è la presenza di infrastrutture (es. ciclovie) e servizi (es. di noleggio) dedicati. Queste possono rappresentare un importante driver di crescita.

La top five delle ciclovie più amate dai ciclo viaggiatori

Secondo la ricerca le ciclovie italiane più gettonate sono:

• Trieste – Lignano Sabbiadoro – Venezia
• Ciclovia del Garda
• Ciclovia Tirrenica “Liguria-Toscana-Lazio”
• Ciclovia Adriatica
• Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese

Roberto Di Vincenzo, presidente di Isnart, ha sottolineato l’importanza di introdurre incentivi alla smart mobility e agli acquisti di mezzi di mobilità alternativa. Che tanto più saranno diffusi anche in modalità cittadina, tanto più estenderanno il loro impatto positivo su un segmento del comparto turistico ad alto potenziale di sviluppo, di grande interesse per i flussi internazionali e altamente qualificante per il Paese sotto i profili dell’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità.

Le cifre del rapporto – ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – dimostrano ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, come il cicloturismo possa rappresentare una risposta utile alla crisi che stiamo attraversando. È utile dal punto di vista sanitario, per le distanze e l’attività motoria che prevede, è utile dal punto di vista ambientale per dare risposte alla crisi climatica, è utile all’economia vista la quantità di risorse che movimenta. E infine è utile per fare rete sui territori: niente meglio di un percorso cicloturistico connette attrattori e operatori favorendo quella virtuosa sinergia di cui il Paese ha bisogno”.

E volendo chiosare sull’attualità, visti i prezzi attuali delle materie prime, chi va in bici non ha bisogno di benzina né di gas, al massimo di una piccola ed economica ricarica elettrica.

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